Milano, 27 marzo 2020. No fondi a pioggia, ma interventi selettivi di sostegno al reddito per i professionisti maggiormente colpiti dalla crisi, destinando i 300 milioni previsti dal reddito di ultima istanza interamente alle casse di previdenza dei professionisti. È una delle richieste inviate da Confprofessioni al Parlamento in vista della conversione in legge del Dl 17 marzo 2020, n. 18. Secondo il presidente della Confederazione, Gaetano Stella, «i liberi professionisti, impegnati in prima linea per fronteggiare l’emergenza epidemiologica, meritano infatti lo stesso sostegno che lo Stato sta garantendo ai lavoratori dipendenti e agli altri lavoratori autonomi».
«Spetta alle casse, infatti, stabilire i criteri dei potenziali beneficiari del reddito di ultima istanza, in un’ottica di solidarietà per evitare che le risorse si distribuiscano in modo poco efficace, ma si concentrino su chi realmente sta pagando il prezzo più duro all’emergenza», aggiunge Stella. «È evidente come le risorse destinate al reddito di ultima istanza non siano sufficienti, se la crisi sanitaria ed economica dovesse prolungarsi. In quest’ottica, le casse dovrebbero essere sollevate dalla doppia imposizione fiscale».
Il documento Confprofessioni passa in rassegna tutte le misure introdotte dal decreto legge, a cominciare dall’urgenza di dotare tutti i medici di famiglia dei dispositivi di protezione individuale alle procedure semplificate per l’erogazione della Cassa integrazione in deroga; dalle misure a sostegno delle Pmi fino alla sospensione dei versamenti fiscali e contributivi. Su quest’ultimo fronte Stella giudica «inaccettabile la proroga di due anni dei termini di prescrizione e decadenza delle attività di accertamento tributario».
|