I cani nell’Età della pietra in Scozia, Francesco Costa

Un gruppo di ricercatori ha ricostruito in Scozia la testa di un cane di 4.500 anni fa, un animale che probabilrmente svolgeva un ruolo importante nelle comunità locali dell’Età della pietra.

Il risultato è stato ottenuto applicando le più moderne tecnologie forensi ai resti canini rinvenuti più di un secolo fa in una tomba neolitica dell’arcipelago delle Orcadi. In questo modo è stato possibile creare un’immagine realistica dell’animale che verosimilmente faceva compagnia agli isolani dell’Atlantico settentrionale intorno al 2500 a.C.
L’intervento, considerato la prima ricostruzione facciale canina forense, è un progetto congiunto di Historic Environment Scotland (HES) e del Museo nazionale scozzese, e ha richiesto più di un anno di lavoro.

I resti provenivano da una tomba venuta alla luce nel 1901 a Cuween Hill, sull’isola di Mainland (la più grande delle Isole Orcadi) in Scozia. Nel sito, datato tra il 3000 e il 2400 a.C., sono state ritrovate le ossa di ventiquattro cani e cinque scheletri umani.

I cani non furono probabilmente i primi “ospiti” di quella tomba. La datazione al radiocarbonio dei resti degli animali indica infatti che sarebbero vissuti circa cinquecento anni dopo la costruzione del primo tumulo. La testa del cane, della taglia approssimativa di un grande pastore scozzese, è stata ricostruita grazie a tecniche di tomografia computerizzata e modellazione.

Sebbene all’epoca i cani fossero già addomesticati in Europa da migliaia di anni, la ricostruzione mostra che quello di Cuween conservava ancora dei tratti del lupo.

Come un Totem

Dal momento della loro scoperta quegli scheletri non hanno smesso di sconcertare gli esperti.

«Così come avviene oggi, i cani avevano chiaramente un ruolo di primo piano nelle Orcadi del Neolitico; infatti erano addestrati e impiegati come animali domestici e da guardia, e forse venivano usati dagli agricoltori per vigilare le pecore», spiega Steve Farrar, direttore di HES. II fatto che i resti siano stati rinvenuti in una tomba indica che quegli animali non avevano un mero ruolo pratico. «Il ritrovamento di Cuween Hill», prosegue Farrar, «suggerisce che i cani avessero un significato speciale per gli agricoltori della zona che usarono le tombe circa 4.500 anni fa.
Probabilmente erano considerati una sorta di simbolo o di totem. Forse gli isolani ritenevano di essere”il popolo dei cani”»
.

Nel corso dell’Età della pietra il ventoso arcipelago delle Orcadi ospitò una civiltà di notevole importanza. La presenza di cani a Cuween non è un fatto isolato; resti di animali sono stati trovati anche in altri siti delle isole circostanti. Gli esperti di Historic Environment Scotland sottolineano che probabilmente la cultura neolitica locale riteneva che l’aldilà non fosse un destino riservato esclusivamente agli umani.