Esistono espressioni che non contemplano una traduzione: frasi e parole che
restano in vita nella sola musicalità del proprio suono, nella forza della voce che le
pronuncia, della penna che le percorre.
Allo stesso modo, il linguaggio animale è un codice che nella sua completezza e
perfezione rimane impossibile parafrasare. Esperti e studiosi cercano ogni giorno
di interpretarlo, trovare una via che, perlomeno, riesca a sfiorarlo.
È questo il compito dei Medici Veterinari della Provincia di Matera, un’equipe che
crede nella potenza delle Connessioni tra animale e uomo e in quelle che l’uomo
stesso adopera per comprendere il linguaggio, a sua volta diverso, di ogni simile.
“Connessioni”, infatti, è il nome del progetto che sta prendendo vita nel Centro
Integrato di Serra Rifusa, a Matera, grazie all’aiuto de “La coda di Ulisse”, una
squadra multidisciplinare composta da un Educatore professionale, due Medici
Veterinari esperti in IAA e due coadiutori di cani di cui un istruttore cinofilo e uno
psicologo-psicoterapeuta: operatori che promuovono una nuova intesa tra i
pazienti del Centro e i cani, consapevoli di quanto la comunicazione tra esseri così
diversi possa rappresentare una porta serrata oppure una finestra spalancata.
L’obiettivo del progetto è avvicinarsi quanto più possibile alla seconda immagine:
costruire ponti tra i linguaggi affinché possano finalmente incontrarsi.
I primi risultati sono arrivati in occasione della penultima tappa estiva del progetto.
Per coronare la fine di questa prima fase, i ragazzi hanno visto prendere forma
nella realtà ciò che nelle lezioni precedenti faceva parte della teoria: hanno
incontrato il cane.
“Questo non è un corso di terapia, è un corso di educazione ai diritti dei cani e ai doveri dei
cittadini” dice il Dott. De Ruggieri nella cerimonia finale della giornata,
sottolineando l’utilità che le attività volte a colmare il ‘language gap’ hanno per
ogni membro della comunità.
A dimostrarlo è stato proprio l’incontro odierno, il momento in cui il naso curioso
di Lilly, la cagnolina coinvolta nell’attività, ha annusato le storie dei pazienti ed è
diventata, inevitabilmente, loro amica.
“Il progetto ci sta dando tantissime soddisfazioni” aggiunge la Dott.ssa Brunella Ranaldo,
riferendosi a soddisfazioni di carattere emotivo che si sono concretizzate anche
grazie al rafforzamento delle relazioni tra i ragazzi. Loro stessi hanno scoperto di
essere, di fronte ad un cane che non li conosce, incredibilmente simili: sotto la
pellicola di volti timorosi in alcuni casi e più temerari in altri, si nasconde
nell’animo di tutti la curiosità innata di parlare la lingua del cane. Sono nate
conversazioni bellissime, costruite, talvolta, anche su uno scambio di carezze;
addentrarsi nella sua vita in punta di piedi, astenersi da qualsiasi tipo di giudizio,
favorisce una comunicazione sana con l’animale. I pazienti, infatti, si sono sentiti liberi di raccontare a Lilly i loro interessi con il proprio alfabeto emotivo, diverso
per ognuno ma in ogni caso comprensibile. La cagnolina li ha ascoltati, per poi
restituire la fiducia a modo suo: ha mostrato, con l’aiuto della proprietaria Dafne, i
giochi preferiti e gli accessori che fanno parte della sua routine.
Il potere del dialogo, in tutte le sue forme, si è confermato concime di sogni e idee,
motivo per cui l’Assessore Massimiliano Amenta ha definito il Centro un’ “Oasi
della rinascita che alimenta la speranza per una consapevolezza mentale diversa”
Partecipare a progetti del genere significa, infatti, scoprire che, dopotutto, esistono
linguaggi universali: conoscerli è l’unica strada da percorrere per evitare di perdersi
nella traduzione.