A prevederlo è il progetto in tre tempi che il ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, ha condensanto in un ddl prossimo al varo e atteso lunedì 12 ottobre sul tavolo del preconsiglio
di Eugenio Bruno
Addio all’esame di Stato per tutte (o quasi) le professioni regolamentate. È il progetto in tre tempi che il ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, ha condensato in un Ddl ormai prossimo al varo. Il provvedimento – che la Nadef di lunedì scorso pone in cima ai 22 collegati alla legge di bilancio – è atteso lunedì sul tavolo del preconsiglio, in vista di un successivo esame a Palazzo Chigi. I primi a veder coincidere laurea e abilitazione saranno odontoiatri, farmacisti, veterinari e psicologi. Poi toccherà a geometri, agrotecnici, periti agrari e periti industriali laureati iscritti a una delle tre nuove lauree professionalizzanti introdotte quest’anno. Infine – ma solo su iniziativa dei consigli nazionali o delle federazioni – potrebbe toccare ad architetti, biologi, ingegneri, dottori commercialisti eccetera.
L’obiettivo del ddl firmato dal ministro Manfredi
L’obiettivo di Manfredi è chiaro. Ed è esplicitato dalla relazione che accompagna il Ddl in 5 articoli messo a punto dall’ex presidente della Crui: da un lato, consentire «una più diretta, immediata ed efficace collocazione dei giovani nel mercato del lavoro»; dall’altro, «dare una risposta concreta alle esigenze sanitarie, culturali, economiche, produttive e sociali del Paese». Nel solco di quanto previsto dall’articolo 102 del decreto “Cura Italia” che ha reso immediatamente abilitante la laurea in Medicina. E non è un caso che i primi quattro titoli di studio interessati – citati all’articolo 1 del disegno di legge – siano proprio le magistrali a ciclo unico in Odontoiatria, Farmacia, Veterinaria e la magistrale in Psicologia. A condizione che almeno 30 crediti formativi siano acquisiti con un tirocinio interno al corso di studi.
Lo step successivo
In una seconda fase la stessa semplificazione toccherà alle tre nuove lauree professionalizzanti nelle materie tecniche citate dall’articolo 2 del Ddl che sono state istituite ad agosto e che sforneranno i primi laureati solo tra 3 anni. Ammesso che nel frattempo il Ddl sia varato dal Consiglio dei ministri, diventi legge in Parlamento e arrivino anche i regolamenti e i decreti ministeriali chiesti dalla norma. Per loro, così come per il gruppo di professioni precedenti, bisogna infatti ripensare l’esame di laurea, inserendone una parte di verifica pratica e integrando le commissioni con dei professionisti, e adeguare i corsi di studio. A prevederlo è l’articolo 3 del testo voluto da Manfredi.